mercoledì 21 aprile 2010

pensieri in 2 parole


L’amicizia è uno dei sentimenti primari dell’Uomo, basti pensare ai bambini: non provano un sentimento d’amore tra di loro ma di amicizia. L’amicizia è più duratura dell’amore e, talvolta, più profonda di esso. L’amore è un equilibro fragile che, se si spezza, non tornerà mai uguale a prima; l’amicizia è una calamita, anche se si allontana può sempre ricongiungersi.
L’Uomo cerca sempre di trovare un amico perché ha bisogno di qualcuno che lo capisca e con cui possa condividere la sua solitudine.

L'UOMO


L’Uomo, per natura è incapace
di svelare totalmente
la sua anima
se non a se stesso


Non importa ciò che sanno gli altri,
tutto quello che c’è nella nostra mente è
quello di cui è formato il nostro universo

Non esiste frase,
parola detta o scritta
che può spiegare
l’Animo umano


Le parole si perdono nel tempo
I ricordi insignificanti volano nel vento
I desideri si scordarono in un momento
Ma un bacio è eterno

L’uomo libero
è colui che con la sua libertà
è in grado di cambiare il mondo

lunedì 19 aprile 2010

COME SI FA A SCRIVERE UN BUON TESTO?

piccoli segreti e tecniche non solo per sopravvivere alle lezioni di italiano ma per imparare la nostra lingua. Con l'aiuto del noto scrittore Beppe Severnigni




Per scrivere un buon testo bisogna, prima riuscir a scrivere un buon paragrafo. Il paragrafo sviluppa l’idea topica, ossia l’argomento, del testo, ed è individuato dal punto e a capo. Deve essere un’ unità di ragionamento coerente e completo, e deve avere una struttura grafica chiara. Il testo è composto da un’introduzione, la quale annuncia l’aspetto che si vuole trattare, lo sviluppo dell’argomento e un’ eventuale conclusione. Vi sono diversi tipi di introduzione: introduzione – sintesi, la quale fornisce subito tutte le informazioni più importanti; in media res,nella quale viene messo in primo piano un particolare dell’avvenimento o viene anticipata la conclusione; introduzione – definizione, il testo viene introdotto con la definizione di una parola chiave; introduzione – citazione o introduzione con scena o aneddoto.
Vi sono numerose tipologie testuali differenti, quelle che riporto analizzate sono:
testo descrittivo
testo narrativo
• testo espressivo

Il testo descrittivo può seguire un ordine logico, spaziale o temporale o oggettivo e soggettivo. Deve essere un testo preciso, accurato ed il linguaggio deve essere denotativo o connotativi e ricco di aggettivi, similitudini e paragoni. È un testo che ha lo scopo di informare, convincere o esprimere, emozioni e stati d’animo. Se è un testo descrittivo informativo il linguaggio è neutro, tecnico e preciso. Se è un testo descrittivo persuasivo vi saranno una selezione di argomenti a favore o a sfavore della tesi ed il linguaggio è fortemente connotato. Se esprime emozioni manifesta una visione dell’argomento funzionale alla trama ed il linguaggio è connotato in senso letterario.


Il testo narrativo narra una storia ed è caratterizzato dalla presenza di fabula e intreccio. La fabula è l’ordine cronologico o logico causale degli eventi narrati. L’intreccio è l’ordine degli elementi secondo cui è costituito il testo. La fabula è suddivisa in esordio, peripezie e scioglimento. L’esordio è la situazione iniziale di equilibrio che viene bruscamente interrotta. Le peripezie sono le vicende che costituiscono l’argomento e la conclusione è la conclusione delle vicende che permette tornare all’equilibrio. All’interno dell’intreccio si possono trovare diverse situazioni: la scena, quando il tempo reale e quello della narrazione coincidono(es. i dialoghi); l’analisi, quando il tempo della narrazione è maggiore del tempo reale; il riassunto, quando il tempo della narrazione è minore del tempo reale e l’ellissi, è un salto temporale, un periodo di tempo che non viene raccontato. Fabula e intrecci sono alterati da: flash back(retrospezione), racconta ciò che è accaduto in precedenza; flash forword(anticipazione), vengono anticipati alcuni eventi futuri; montaggio alternato, si alternano due scene che si svolgono contemporaneamente.

Il testo espressivo esprime la soggettività dello scrittore, ha uno stile informale e soggettivo, manifestato anche dall’uso di numerosi aggettivi e dell’uso improprio della punteggiatura. Le tipologie testuali possono essere due, le lettere informali e le pagine di diario o le lettere con stile più ricercato e le autobiografie. Le prime manifestano una sintesi libera delle informazioni e l’uso di un linguaggio medio/ gergale, e la punteggiatura viene utilizzata come elemento ulteriore di emotività. I secondi vengono rielaborati e perfezionati dopo la stesura. Solitamente si usano la 1° o 2° persona , il tempo verbale è il presente ed l’ imperfetto ed il linguaggio è connotato con metafore e similitudini.

Renè MAGRITTE


Nato a Lessines, Belgio, nel 1898, figlio del mercante Léopold Magritte. Da giovane si trasferisce più volte con la famiglia: nel 1910, all'età di 12 anni, si trasferiscono a Châtelet, dove sua madre Adeline nel 1912, morirà gettandosi nel fiume Sambre; fu ritrovata annegata, con la testa avvolta dalla camicia da notte.
Si trasferisce, nuovamente, a Charleroi, a

causa della perdita. Dopo aver teminato gli studi classici, René si interessa alla pittura. Nel 1916 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bruxelles, trasferitosi nel 1918. Attraverso Pierre Floquet conosce il futurismo; nel 1919 espone la sua prima tela.
Nel 1922 sposa Georgette Berger, conosciuta nel 1913 a 15 anni. Nel 1923 vende il suo primo dipinto, il ritratto della cantante Evelyn Brélin. Lavora come grafico,nel design di carta da parati.
È un pittore d’avanguardie , influenzato dal cubismo e dal futurismo. Conosce il surrealismo con Giorgio De Chirico, lo descrive in un suo scritto così: "che rappresentava un taglio netto con le abitudini mentali di artisti prigionieri del talento, dei virtuosi e di tutti i piccoli estetismi consolidati: un nuovo modo di vedere."
Furono proprio le pretese che gli artisti dovevano dipingere semplicemente ciò che vedevano che li portarono sempre più verso la sperimentazione. Magritte si cimenta nell’impiego tipico dell’accademie, accorgendosi però che quello che dipinge non è la realtà bensì sta creando una nuova realtà come avviene nei sogni; cerca così di creare qualcosa più reale della stessa realtà.
Nel 1926 prende contatto con André Breton, leader del movimento surrealista, che lo colpì al punto di affermare "I miei occhi hanno visto il pensiero per la prima volta" e l'anno successivo si tiene la sua prima mostra personale, presso la galleria Le Centaure di Bruxelles, nella quale Magritte espone ben sessantuno opere; successivamente si trasferisce con la moglie a Perreux-sur-Marne, nei pressi di Parigi nel 1928.
Nel 1940, per timore dell'occupazione tedesca, si trasferisce con la moglie nel sud della Francia, a Carcassonne. In questi anni sperimenta un nuovo stile pittorico, detto alla Renoir o solare, che porta avanti sino al 1947
muore il 15 agosto del 1977 a Bruxelles
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